In inverno è secca, d’estate è grassa ma sempre, davvero sempre, è imbarazzante.
Parliamo della forfora comune, un problema certamente non grave, ma decisamente fastidioso, che riguarda il 2 per cento della popolazione, più gli uomini che le donne.
Ma cosa è esattamente la forfora? E in che modo si può arginare questo antiestetico imbiancamento di giacche e cappotti?
Così come il resto della cute, il cuoio capelluto va incontro a un continuo processo di ricambio cellulare: le cellule dello strato corneo, cioè quello più superficiale, si staccano continuamente in piccoli gruppi quasi invisibili e lasciano il posto alle cellule sottostanti. Ma questo processo fisiologico di desquamazione qualche volta si modifica diventando più intenso e rapido. Stando a studi condotti già negli anni ’70 ciò avverrebbe a causa di piccoli focolai infiammatori localizzati attorno ai vasi sanguigni della cute del capo. Secondo ricerche più recenti il processo sarebbe inoltre associato alla trasformazione di alcuni microrganismi del capo, in particolare micobatteri e lieviti, che da inoffensivi diventerebbero virulenti. Ebbene, quando questo accade, ai raggruppamenti cellulari cornei quasi invisibili si sostituiscono squame più grandi, purtroppo assai evidenti…anche a occhio nudo: la forfora, appunto.
Secca e grassa: le forfore sono due. Quella che cade sulle spalle è in genere la forfora secca, più frequente in inverno. La forfora grassa è invece un fenomeno più tipico dei mesi caldi. La forfora grassa generalmente non cade, perché rimane intrappolata nel sebo prodotto dal cuoio capelluto. La forfora secca è piccola, caratterizzata da una cute normale e dà poco prurito. Quella grassa invece, costituita da squame più grosse e untuose, si associa ad arrossamenti del cuoio capelluto e a prurito, qualche volta anche insistente.
Non facciamo confusione. La forfora comune non deve essere confusa con la dermatite seborroica che è una patologia della pelle provocata da un’alterazione dovuta agli ormoni della composizione del sebo. A differenza della forfora semplice che si concentra esclusivamente sul cuoio capelluto, la dermatite seborroica si riconosce per la presenza di altri segni, come chiazze rossastre e squamose anche fuori da questa zona, in particolare all’attaccatura dei capelli, sia a livello della fronte che delle basette. La dermatite seborroica non è un semplice fastidio o un transitorio problema estetico, ma una condizione di pertinenza medica: richiede la diagnosi di uno specialista e spesso di prodotti medicati, per esempio shampoo con antimicotici, con cortisone, ecc…
Da cosa può essere favorita la forfora? Diverse abitudini e anche prodotti sbagliati concorrono alla comparsa della forfora: shampoo aggressivi, regimi alimentari ricchi di grassi animali e poveri di minerali oligoelementi e vitamine, l’inquinamento atmosferico, in particolare le polveri sottili, e infine anche lo stress. Ma ci si può aiutare, partendo dall’igiene. I capelli vanno lavati accuratamente almeno tre volte a settimana per eliminare smog e altre impurità. I prodotti devono essere delicati, vanno bene per esempio formulazioni oleose. Ogni 10-15 giorni si può usare uno specifico antiforfora e antimicrobico, e circa una volta al mese – consigliano alcuni specialisti – si può utilizzare un esfoliante, cioè uno scrub per rimuovere per bene le squame dal cuoio capelluto (ce ne sono diversi in farmacia) e poi applicare un buon idratante.
Vero e falso sulla forfora. Alcuni credono che la forfora provochi la caduta dei capelli. Non è così. La forfora comune non provoca calvizie. E nemmeno è indice di sciatteria e di ignoranza delle comuni norme di igiene personale anche se come abbiamo detto certamente la mancanza di igiene non aiuta. Potrebbe essere vero invece che d’inverno la forfora è più abbondante, questo semplicemente perché durante i mesi freddi si tende a lavarsi meno spesso i capelli. È falso che la forfora possa scomparire in un’unica seduta: non esistono ad oggi prodotti in grado di farlo. Non è vero che se si ha la forfora non si possano usare cappelli, anzi, indossarne uno potrebbe evitare che particelle di smog e di sporcizia si depositino sul capo. Attenzione però a scegliere un capo in materiale naturale e non aderente perché il cuoio capelluto deve poter traspirare.