Un fenomeno di costume
In principio erano le star di Hollywood, poi a sfoggiare denti bianchi che più bianchi non si può sono arrivate le showgirl e le amiche molto molto fanatiche. Oggi tutti desiderano e tanti ottengono una dentatura che abbaglia. E sì, perché sebbene il primato per gli interventi di sbiancamento dentale spetti ancora agli Usa, anche da noi questa pratica da fenomeno di nicchia è diventata fatto di costume.
Proprio perché assai diffusa vanno allora subito chiarite due cose.
- Il colore dei denti è un po’ come il colore della pelle o degli occhi: ognuno ha il suo, quindi se non vantiamo sorrisi cinematografici non è solo colpa nostra e delle nostre cattive abitudini.
- I denti con il tempo invecchiano quindi tutti perdiamo il candido sorriso dell’infanzia. Certo, il processo di scurimento è più intenso è più rapido in alcuni, per esempio nei fumatori, essendo il fumo la prima causa di ingiallimento. Ma oltre alle sigarette tante altre sostanze macchiano i denti, tra le più comuni c’è il tè e il caffè, il vino rosso, le bibite e i cibi colorati, alcuni farmaci e anche il fluoro, se assunto in quantità eccessiva.
Un processo chimico basato sull’azione dei perossidi
In particolare sul perossido di idrogeno o di carbammide. I perossidi sono sostanze che penetrano nello smalto (lo strato più esterno dei denti durissimo e trasparente) raggiungono la dentina (lo strato sottostante che determina il colore) dove agiscono direttamente sui pigmenti neutralizzandoli.
Il trattamento è inefficace su ponti, capsule… Ma questo non significa che in presenza di impianti non si possa sperare in un sorriso smagliante, ma che occorre chiedere consiglio allo specialista: se capsule e ponti non sono a vista, infatti, si può procedere.
Prima del trattamento va fatta la pulizia dei denti, che toglie meccanicamente le cosiddette macchie estrinseche cioè quelle più superficiali dei denti, il tartaro e la placca (sbiancamento o smacchiamento meccanico).
È importante che le gengive e i tessuti molli della bocca siano in salute: se sono infiammate (gengivite, paradontite…) prima va curata l’infiammazione e dopo sbiancati i denti.
Dentista o fai-da-te
I sistemi di sbiancamento si possono dividere in due categorie principali: professionali e fai-da-te, cioè kit venduti in farmacia o al supermercato che contengono perossidi da utilizzare in casa con strisce, stick, ecc….
Come lavora il dentista? Verificato lo stato del cavo orale applica il perossido utilizzando una mascherina costruita su misura per il paziente. Una volta applicato il perossido (a una concentrazione intorno al 35-38 per cento), laser e lampade ne potenziano l’azione e ricompattano la superficie dentale. Le sedute possono essere più di una e l’effetto dura uno-due anni.
Sbiancare i denti in casa funziona? Sì, ma richiede più attenzione, perché in assenza di mascherine anatomiche ad hoc la sostanza sbiancante potrebbe venire a contatto con le gengive e le altri parti molli della bocca e irritarle. E richiede anche un po’ di pazienza: sono necessarie diverse sedute anche per diversi giorni consecutivi.
La concentrazione di perossido dei kit in commercio è molto più bassa di quella del dentista e l’effetto sbiancante in genere meno intenso e durevole. Il costo però è sensibilmente più basso 50-100 euro contro i 300-600.
E i dentifrici sbiancanti? Sono efficaci anche loro? Le paste agiscono meccanicamente, cioè abradono la superficie esterna del dente. Nel breve periodo questo sistema può effettivamente sbiancare un po’ i denti, ma a lungo andare può danneggiare lo smalto e anche peggiorare l’estetica della dentatura.
La nonna diceva…
….che limone, bicarbonato, bicarbonato&sale sbiancassero i denti. Si tratta in realtà di sostanze acide o abrasive che usate in modo continuo potrebbero anche danneggiare lo smalto.
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